Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Commento al Vangelo

Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5, 1-3. 11-32.

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore.

Commento al Vangelo del 30 marzo 2025,
IV domenica di Quaresima

A cura di don Davide Larcher

La vicenda del “Figliol prodigo” è una di quelle pagine del Vangelo che conosciamo meglio e forse per questo ci passiamo sopra distrattamente, convinti che non abbia nulla da dirci in più. Eppure, la liturgia ci domanda di considerare nuovamente questa pagina e ogni volta che la si medita svela per noi tesori sempre nuovi. Guardiamo anzitutto al figlio minore: ci racconta la storia di tante persone che si illudono che la felicità stia fuori dall’abbraccio paterno di Dio. Lo dichiarano – per così dire – morto e si allontanano, seguendo la seducente illusione che fuori da casa sua sia tutto più libero e bello; ma la verità è che, passata la sbornia di un mondo che ti promette la felicità dandoti tutto eccetto Dio, ti ritrovi con un pugno di cenere in mano. Guardiamo poi al figlio maggiore: sembra raccontarci la storia di chi in fondo non ha rinunciato alle cose del cielo, ma che ad esse non ha dato il permesso di penetrare così profondamente nella sua vita fino a lasciarvi il loro segno inconfondibile, ovvero una gioia piena e duratura. Non credo, però, che la liturgia ci proponga questa pagina per identificarci nell’uno piuttosto che nell’altro. Non sono loro i veri protagonisti. Il primo ritorna a casa, è vero, ma la motivazione della conversione non è la più esemplare; il secondo, invece, ha perennemente abitato nel suo grigiore. Il vero protagonista è il padre, al quale non interessa quanto lontano si fosse cacciato un figlio o quanto gelido fosse il cuore del fratello, ma ha a cuore che entrambi, al di là delle loro storie, ritrovino loro stessi e la pienezza della casa paterna.

Ci sono due atteggiamenti descritti nel Vangelo che dicono questo molto bene: per prima cosa “quando era ancora lontano, lo vide”. Questo significa che il padre non ha voltato le spalle al figlio stupidamente partito verso un epilogo indegno, anzi, lo ha aspettato, e se l’ha visto ancora lontano significa che ha passato il suo tempo nel punto più alto di casa a scrutare l’orizzonte, aspettando speranzoso che “tornasse in sé”, come se sapesse che in ognuno dei suoi figli lui ha piantato un pizzico di nostalgia della sua casa, che riemerge in un cuore ormai nudo di tutto il resto. Il secondo atteggiamento è quello verso il figlio maggiore di rientro dai campi, che non ne voleva più sapere di entrare a casa. Ancora una volta, è il padre ad andargli incontro, non rimproverandolo, ma con dolcezza e pazienza. Lo va a prendere per mano per insegnargli la gioia che lui ha faticato a vivere e trovare pur essendo – per certi versi – sempre rimasto lì. È il cuore di questo padre il vero protagonista e ciò che ci è domandato di contemplare. Perché sapere che dal lato del cielo non ci sono muri né orgoglio rende più semplice abbattere i nostri. E la grazia da chiedere credo sia quella di rientrare in noi stessi, perché quando ci allontaniamo da “casa” illusi di riuscire a trovare ciò che invece solo Dio può darci noi smettiamo di vivere. Il mondo accomodante e senza Dio prima seduce e poi pugnala alle spalle, lasciandoti triste e tramortito, ma mai potrà togliere quel desiderio del cuore di arrivare alla gioia che solo nella Casa del Padre si può trovare.
don Davide Larcher

Articoli correlati