Il radon è un gas naturale radioattivo che, a determinati livelli, può risultare pericoloso per la salute umana. Ribattezzato il killer silenzioso, rappresenta la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di sigaretta. In un documento redatto dal Gruppo di lavoro Radon, la Regione Friuli-Venezia Giulia ha definito le aree prioritarie a rischio radon, delineando le azioni di tutela della salute per la popolazione e i lavoratori, a protezione degli effetti sanitari connessi all’esposizione al gas radon indoor.
L’elenco delle aree prioritarie individuate comprende i comuni di Ampezzo, Bicinicco, Campoformido, Codroipo, Coseano, Dogna, Enemonzo, Flaibano, Forgaria nel Friuli, Forni Avoltri, Lusevera, Malborghetto Valbruna, Martignacco, Mereto di Tomba, Moggio Udinese, Mortegliano, Ovaro, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Pozzuolo del Friuli, Prato Carnico, Rive d’Arcano, Sauris, Socchieve, Sutrio, Talmassons, Tarvisio, Tavagnacco, Trivignano Udinese, Visco.
Le aree prioritarie sono quelle in cui la concentrazione media annua di attività di radon in aria supera il livello di riferimento (300 Bq/m3) in un numero significativo di edifici (pari o superiore al 15 %).
Questa individuazione – spiega l’agenzia Arpa – ha lo scopo di definire le priorità d’intervento in termini di misurazioni, di interventi di prevenzione e di sensibilizzazione della popolazione.
Nei comuni classificati come area prioritaria, gli esercenti sono tenuti ad effettuare misurazioni della concentrazione media annua di radon in specifici luoghi di lavoro e ad applicare azioni di risanamento nei casi in cui i valori risultino superiori al livello di riferimento previsti dalla normativa.
Le norme relative alla protezione dall’esposizione al radon si applicano alle attività lavorative svolte in ambienti sotterranei, in seminterrati e al piano terra se ubicati in aree prioritarie, alle attività in locali chiusi con impianti di trattamento per la potabilizzazione dell’acqua in vasca aperta, impianti di imbottigliamento delle acque minerali, centrali idroelettriche, così come sono individuati dal Piano nazionale d’azione per il Radon 2023-2032 (Pnar) e agli stabilimenti termali.