Ignorato il parere del ministero dei beni culturali che ha parlato di “impatto drammatico” sull’ambiente naturale. Serracchiani: “Non esistono alternative”. Ma intanto Terna in Piemonte interra un elettrodotto simile lungo 190 km
Il Consiglio dei ministri, presieduto dal premier Matteo Renzi, nella riunione di mercoledì 10 agosto ha dato il via libera alla prosecuzione del nuovo procedimento autorizzativo per la realizzazione del mega elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia. Ciò nonostante
ministero per i beni culturali riguardo l’ecomostro che ha snaturato il paesaggio della pianura friulana da Basiliano a Redipuglia, passando per Palmanova: ”La valutazione dell’impatto paesaggistico negativo resta confermata, anzi ulteriormente argomentata nel richiamato parere della Soprintendenza…la quale evidenzia come il corridoio infrastrutturale in questione, come progettato , superi la capacità di assorbimento del contesto paesaggistico….e come lo stesso non appaia essere significativamente mitigabile stanti le incomprimibili e non modificabili caratteristiche tecnico realizzative dell’opera”.
12 mesi fa, anche il Consiglio di Stato aveva messo nero su bianco lo «stop» alla realizzazione del contestatissimo elettrodotto, dando così ragione al Comitato per la vita del Friuli rurale che, insieme a sette comuni interessati al passaggio dell’infrastruttura – Basiliano, Lestizza, Mortegliano, Pavia di Udine, Palmanova, Trivignano Udinese e San Vito al Torre -, aveva presentato ricorso (forte anche dell’adesione di oltre 250 agricoltori della zona) prima al Tribunale amministrativo regionale del Lazio e poi allo stesso Consiglio di Stato. Il cantiere già avviato da Terna – la società, senza attendere la sentenza era partita con i lavori posizionando 39 km di linea elettrica con tanto di piloni ancora oggi ben visibili in mezzo ai campi – era stato, dunque, stoppato.
Il Consiglio dei ministri ieri ha invece dato il via libera alla prosecuzione del procedimento. Pronto l’appoggio della governatrice del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che è anche vicesegretaria deò Pd:
In realtà è lo stesso parere del ministero dei beni culturali a censurare la scelta di Terna di non voler presentare un’alternativa possibile, come ad esempio l’interramento. Questa posizione viene infatti censurata e l’azienda viene accusata di aver argomentato in modo molto povero le sue ragioni. Da ricordare che Terna ha sempre dichiarato tecnicamente impossibile la soluzione interramento. Mentre, guarda caso, è la stessa società a costruire una linea sottoterra, della stessa potenza di quella friulana, lunga 190 chilometri, tra Piemonte e Savoia. E ci si chiede perché non si possa «esportare» quella «linea invisibile» e meno impattante anche nella pianura friulana, di certo area meno impervia dei terreni rocciosi delle Alpi.
Dal Consiglio dei ministri via libera all’elettrodotto, un vero ecomostro