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Ritrovate on line le preziose statue della pieve di Zuglio

Tornano finalmente a casa 5 delle 14 preziose sculture lignee di Domenico da Tolmezzo rubate nell’81 nella pieve di Zuglio. Oggi a Udine la riconsegna all’Arcivescovo Mazzocato () con il ministro Franceschini in occasione dell’inaugurazione della nuova caserma dei Carabinieri specializzata nella lotta al traffico dei beni culturali. Le opere, del valore di 500 mila euro, sono state individuate su un social network nella pagina di un antiquario di Torino.

«Un evento sensazionale per tutti i cristiani della Carnia e della Chiesa udinese». Non trattiene il comprensibile entusiasmo, mons. Giordano Cracina, parroco di Zuglio, per l’imminente ritorno a casa delle preziose statue del polittico di Domenico da Tolmezzo, rubate dall’altare maggiore della Pieve nel 1981. Cinque di queste, rinvenute pochi giorni fa nell’ambito di un’operazione dei Carabinieri a Torino, sono state riconsegnate oggi allo stesso mons. Cracina e all’Arcivescovo di Udine mons. Andrea Bruno Mazzocato in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Arma, in viale XXIII Marzo a Udine, che riunisce Nas, Noe e Tutela del patrimonio culturale, specializzato nella lotta al traffico dei beni culturali. Un evento nell’evento. A restituire le preziose statue c’erano infatti il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, e il comandante generale dei Carabinieri, gen. Tullio Del Sette, presenti, tra gli altri, anche la presidente della Regione, Debora Serracchiani, gli assessori regionali alla Cultura, Gianni Torrenti, e alle Infrastrutture e Territorio, Mariagrazia Santoro, il presidente del Consiglio, Franco Iacop, il sindaco di Udine, Furio Honsell e quello di Zuglio, Battista Molinari.

Le statue

Le preziose e bellissime statue, in legno intagliato, dorato e policromo, del valore stimato in 500 mila euro, sono tra le più celebri opere trafugate in diocesi; risalgono al 1484 e facevano parte del gruppo di quattordici sculture lignee dei due registri principali del polittico realizzato da Domenico da Tolmezzo, collocato sull’altare maggiore della pieve.

Si tratta delle figure intagliate dei Santi Apostoli Andrea, Paolo e Giacomo Maggiore, che affiancavano la figura assiale di San Pietro, e di quelle di San Matteo e San Tommaso, un tempo alloggiate nel registro superiore.

Il furto, all’epoca, fu uno shock per tutti, racconta mons. Cracina, intervistato sul numero di «la Vita Cattolica» in uscita oggi. La notizia del ritorno a casa di alcune delle opere è dunque straordinaria.

Il ritrovamento

Le immagini di quattro delle sculture erano state pubblicate su un social network, nella pagina di presentazione di una galleria antiquaria di Torino e lì individuate dai Carabinieri nel costante monitoraggio dei siti internet teso alla ricerca di beni culturali illecitamente sottratti. Sono state sequestrate lo scorso 1 luglio, successivamente identificate e oggi riconsegnate alla pubblica fruizione.

Franceschini: Italia paese guida nel mondo su temi patrimonio e cultura

“Abbiamo già fatto molti passi in questa direzione. I Carabinieri nella tutela del patrimonio hanno una storia lunga piena di risultati importanti nel recupero delle opere trafugate illecitamente. Quindi noi siamo pronti e sappiamo che l’Italia sui temi della cultura e del patrimonio ha il dovere di essere paese guida nel mondo”. Così il ministro Franceschini a margine della cerimonia. “L’Italia – ha aggiunto – da quando il terrorismo internazionale ha scelto di colpire i luoghi delle cultura, come siti archeologici, musei, monumenti in giro per il mondo e di distruggerli perché per loro sono il simbolo di culture diverse, mentre sono invece un strumento di conoscenza e di dialogo di incontro tra i popoli, ha sollecitato l’Unesco e le Nazioni Unite perché ci sia una azione della comunità internazionale – i Caschi blu della cultura – pronti ad intervenire per prevenire per contrastare per recuperare dopo che i danni sono stati fatti. L’Unesco ha poi votato all’unanimità questa proposta, ha invitato i singoli stati nazionali a costituire delle task force nazionali e noi siamo stati il primo paese ad averlo fatto con questa task force formata in parte dai Carabinieri per la Tutela del patrimonio, che sono un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, e in parte da restauratori, da architetti e storici dell’arte”.

Gen. Del Sette: fortemente voluta la nuova caserma Cc Tpc di Udine

“Ormai c’è un’esperienza e una professionalità di 47 anni in dote al Nucleo dei Carabinieri a tutela dei beni culturali – ha detto il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette riferendosi ai numerosi recuperi di beni e opere – e presto avremo anche un decreto legislativo di riordino dei comparti che attribuirà anche all’arma questa competenza”. “E’ una attività che richiede preparazione sul piano tecnico culturale ma soprattutto – ha spiegato – una grande capacità acquisita con l’esperienza sulle modalità di recupero delle opere d’arte trafugate, non solo con metodi criminali e violenti, ma anche col furto ovvero attraverso gli scavi». Questo nuovo nucleo a Udine «l’abbiamo voluto fortemente – ha aggiunto – perché, come ha detto il ministro Franceschini, questo è uno snodo importante. E lo abbiamo rilevato dall’attività di questi ultimi anni. E ciò è stato possibile anche grazie anche al Comune di Udine ed alla Regione Friuli-V.G».

Serracchiani: Friuli-V.G. punta di diamante nella tutela dei beni culturali

«Il fatto che ci troviamo ancora su un confine delicato ci permette di essere una punta di diamante nella tutela dei beni culturali, sia per l’azione preventiva, ma anche di intervento successivo ad eventuali reati al patrimonio. Una centralità in Europa, quella del Friuli Venezia Giulia, che ci permette di avere un bacino di interesse trasfrontaliero”, ha rimarcato la presidente Serracchiani. In merito a Udine, la presidente ha ricordato “che essere la seconda città italiana dopo Roma ad avere Nas, Noe e reparto tutela beni culturali nella stessa sede sia un’eccellenza e una grande opportunità per il nostro territorio”.

Il sindaco Furio Honsell nel suo discorso ha ringraziato la Regione per aver finanziato con 1 milione di euro la ristrutturazione (i restanti 1,4 milioni li ha investiti il Comune) dell’edificio dismesso e ha ricordato al ministro la necessità di valorizzare il polo museale cittadino.

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