Sono numerose le associazioni e le realtà del territorio – compreso il Centro Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine – che hanno aderito a «Io ci sono», la marcia nonviolenta per i diritti e la dignità che si terrà sabato 21 dicembre a partire dalle 16.30, con partenza da piazza Duomo, nel capoluogo friulano. L’obiettivo? Accendere i riflettori sulle condizioni inaccettabili a cui sono costrette le persone che vivono l’esperienza della detenzione.
Il saluto dell’Arcivescovo e la Luce di Betlemme
Porterà un saluto e sostegno all’iniziativa anche l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, che interverrà proprio in piazza Duomo. Il corteo attraverserà dunque le vie del centro, tutti i partecipanti terranno in mano una rosa bianca, simbolo di resistenza. Alcuni musicisti seguiranno il corteo con la loro musica fino alla casa circondariale di via Spalato. Alle persone detenute sarà donata la “Luce di Betlemme” simbolo di pace e fratellanza, al corteo infatti saranno presenti anche i gruppi Scout Agesci.
A Udine 180 detenuti, il doppio della capienza prevista
«La situazione delle carceri in Italia è terribile – spiegano i promotori –, fino ad oggi si sono verificati 83 suicidi di detenuti e sette di agenti di polizia penitenziaria. Di fronte a questo dramma e al sovraffollamento che aggrava la condizione di vita quotidiana, si prevedono provvedimenti per aumentare reati e pene e addirittura si immagina di colpire la resistenza passiva e le azioni nonviolente per rivendicare i diritti fondamentali previsti dalla Costituzione. Amnistia e indulto costituiscono un provvedimento indispensabile per riportare la legalità negli istituti penitenziari, insieme a una legge sul numero chiuso e la istituzione delle case di reinserimento sociale per eliminare la detenzione sociale e limitare il carcere ai gravi reati. A Udine sono presenti oggi 180 detenuti, il doppio della capienza regolamentare. Una vergogna civile che mette a rischio il progetto di ristrutturazione che vuole creare nuovi spazi di socialità e favorire relazioni umane positive».