Nel cuore l’immagine di suor Tarcisia Lorenzi e della sua determinazione. Nello sguardo la gioia per un progetto – si chiama “Orchidea” – che taglia il traguardo dei 25 anni di attività.
Era il 1998 quando la religiosa, indimenticata “anima” (è mancata all’età di 87 anni, nel 2019) dell’Istituto medico psicopedagogico “Santa Maria dei Colli” di Fraelacco, aveva bussato alla porta dell’Ospedale di San Daniele, chiedendo aiuto per alcuni dei suoi “ragazzi”. Per loro, affetti da gravi disabilità, il mal di denti stava diventando qualcosa di non più controllabile, soprattutto perché non erano in grado di collaborare alle cure. E in alcuni casi, anche il semplice aprire la bocca era un’azione impossibile, tanto da far optare per la rinuncia al dentista.
È facile immaginare che suor Tarcisia – abituata a non arrendersi mai quando c’era da pensare al bene dei suoi ragazzi – oggi sarebbe felice nel vedere che il percorso – avviato grazie alla sua caparbietà e su intuizione di Pietro Garlant, specialista ambulatoriale nel Distretto sanitario di San Daniele, e di Ugo Cugini, primario di Anestesia all’Ospedale di San Daniele –, dopo le prime cure ai disabili gravi del “Santa Maria dei Colli”, non si è più interrotto. Anzi. Nato inizialmente come sperimentazione rivolta a pazienti non collaboranti, il servizio – che permette anche, laddove necessario, di sottoporre i pazienti alle cure in anestesia generale – si è ampliato anche a disabili collaboranti, diventando dal 2000 in poi un Progetto obiettivo strategico dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale-AsuFc, con ambulatorio operativo quattro giorni a settimana (all’avvio era uno solo), come ha raccontato a “Radio Spazio” Mario Di Pietro, odontoiatra specialista ambulatoriale e referente del Progetto.
A testimoniare il successo dell’iniziativa nel corso di un quarto di secolo di cure sono i numeri. «I pazienti non collaboranti, in cura dal 1999, sono quasi 700, dal 2015 quelli collaboranti sono 1219», ha illustrato Di Pietro. Nel 2023 le prestazioni offerte, sia a chi è nelle condizioni di collaborare con lo specialista durante gli interventi, sia chi non è in grado di farlo a causa delle patologie di cui soffre, sono state 1926. Un’attività consistente che non significa unicamente cure odontoiatriche, ma pure consulenze specialistiche, esami strumentali e prelievi ematici. «Oltretutto, ogni mercoledì e venerdì eseguiamo delle prime visite, dunque questi numeri sono in continuo aumento anche grazie al fatto che al servizio si sta avvicinando una nuova tipologia di pazienti – gli anziani con pluri-patologie – che ha bisogno di sottoporsi a cure in ambienti protetti».
Motivo per cui è stata avviata nell’ultimo anno una sperimentazione di collaborazione con il reparto di Medicina interna dell’Ospedale sandanielese. Tra l’altro, è un percorso non nuovo quello della cooperazione per offrire ai pazienti un’azione multidisciplinare integrata, con il coinvolgimento di professionalità diverse. «Noi già da tempo lavoriamo fianco a fianco con l’équipe degli anestesisti dell’Ospedale che ci supportano anche dopo gli interventi – ha spiegato l’odontoiatra Di Pietro – e pure con il reparto di Pediatria. Siamo insomma un team ben articolato». Che aiuta a star meglio le persone». E lo fa con grande professionalità e passione. E col desiderio di coinvolgere chiunque nel supportare l’iniziativa. Tanto che, in occasione del “compleanno”, sabato 25 gennaio, alle 20.45, nel Duomo di San Daniele, è promosso un concerto benefico con la partecipazione dei Cori “Vôs de Mont” di Tricesimo e “Picozza” di Carpacco, “amici” del Progetto Orchidea grazie proprio a Di Pietro, che fa parte di entrambi i sodalizi. «Spesso, alle prove, racconto del mio lavoro ed è nata proprio dai coristi la voglia di dare una mano al servizio».
Monika Pascolo e Marta Rizzi