Molti particolari dell’opera sono rimasti celati per tanto tempo, a causa di ritocchi, ritinteggiature effettuate in epoche passate e pure per le cattive condizioni di conservazione del dipinto. Ora però, l’opera a olio su tela che – conservata nella chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia di San Vidotto – raffigura Sant’Eurosia inginocchiata su un masso, nel momento in cui sta per essere martirizzata da un soldato, è tornata al suo antico splendore. La cerimonia di presentazione e benedizione della pala rimessa a nuovo – risalente all’XVIII secolo, di autore ignoto – si è svolta sabato 7 dicembre, dopo la Santa Messa delle 18, celebrata dal parroco don Maurizio Zenarola.
La restauratrice Alessandra Bressan, di Codroipo, ha ripercorso le tappe dell’intervento, andato avanti per circa un anno a partire da luglio 2023, quando la tela, che misura 170 centimetri per 100, è stata presa in carico per essere prima di tutto ripulita e poi consolidata. Si trovava, infatti, in cattive condizioni, ha illustrato l’esperta, «a causa di alcune lacerazioni della tela di supporto», mentre la parte pittorica era piuttosto ossidata e opacizzata. Già nella fase della pulizia il dipinto ha riservato le prime sorprese. Sono stati messi in evidenza particolari prima non visibili, come una piccola cascata sullo sfondo, tra le rocce, con uno specchio d’acqua dove, vicino, compare una lepre, «simbolo di rinascita in molte culture», mentre il prato è punteggiato da viole. Non solo.
«L’asportazione della pesante ridipintura sul camice della Santa ha messo in luce l’incarnato originale, restituendo leggerezza e grazia alla sua figura», ha illustrato Bressan. Infine, l’intervento di consolidamento della tela originale – compresa quella di rifodero, probabilmente inserita per adattare il dipinto alle dimensioni di un nuovo altare –, oltre al risanamento del telaio di legno (che è stato ripulito da muffe e tarli), hanno consentito – come ha spiegato la restauratrice – non solo di restituire il dipinto originale, «ma anche la traccia di quelle che sono state nel tempo la cura e la manutenzione da parte della comunità, che ha custodito così l’opera fino ai nostri giorni».
Il culto di Sant’Eurosia è diffuso in particolare in Francia, Italia settentrionale e Spagna, dove fu martirizzata ai piedi dei Pirenei, non lontano dalla cittadina di Jaca, durante l’invasione di soldati saraceni, per non aver rinnegato la sua fede cristiana. Nel dipinto è raffigurata in primo piano inginocchiata, nel momento in cui sta per essere decapitata da un soldato posto alle sue spalle, mentre impugna una spada. In alto a sinistra è rappresentata la Trinità su una coltre di nubi e dal cielo cupo scende un puttino con una corona di alloro e la palma del martirio. Tutti particolari ora ben visibili, grazie al progetto di restauro voluto dalla Parrocchia di Santa Maria di Pieve di Rosa, a Camino al Tagliamento, e reso possibile da una donazione privata.
Monika Pascolo