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ChiesaGiubileo 2025Montagna

Sappada, la missione parrocchiale ha conquistato tutti

Ore 7.50, spiazzo antistante le scuole di Sappada. Una sessantina di bambini impazienti salutano con entusiasmo l’arrivo dei frati. Fra Gianantonio Campagnolo imbraccia subito la chitarra. È il momento tanto atteso dei canti, dei balli… e delle risate. E in un attimo il clima si riscalda, nonostante le rigide temperature del mattino ai piedi delle Dolomiti ancora imbiancate. In alto le mani, poi tutti giù a terra e di nuovo un grande balzo in alto, pronti a gridare “Buongiorno Dio!” Ma attenzione a farlo più forte che si può, e solo quando il grande sole-hulahoop viene lanciato in cielo, non prima! Il rischio di farsi “fregare” dalle finte dei frati è alto e le conseguenti risate sono assicurate. Ma sorridere non impedisce di riflettere, così ogni incontro si conclude con un messaggio su Gesù e con l’arrivederci a tutti nel pomeriggio, nella piazzetta accanto alla chiesa, dove si continuerà con giochi, balli, preghiere.

Inizia così una giornata-tipo della missione parrocchiale vissuta a Sappada dal 30 marzo al 10 aprile, guidata dai frati minori cappuccini di Portogruaro (con innesti da Castelmonte, Padova e altre comunità. 9 religiosi in tutto). Un ampio resoconto dell’esperienza si può leggere sulla Vita Cattolica del 16 aprile 2025

Missione parrocchiale a Sappada, aprile 2025

La dieci-giorni è stata scandita da gruppi di ascolto del Vangelo, visite in famiglia, incontri e dialogo a tu per tu, catechesi, momenti di preghiera, musica, film. «Ovunque ci siamo sentiti più che bene accolti; quella sappadina è una comunità molto unita, con una fede radicata e che mantiene forti legami tra i suoi abitanti, questo è molto bello», racconta fra Gianni De Rossi. A dimostrarlo è anche la buona partecipazione ai vari momenti vissuti in chiesa: le liturgie, le confessioni, i tempi di Adorazione, le catechesi serali. «Anche l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba è venuto a trovarci domenica, per la messa con le famiglie – aggiunge il religioso –. Ci aveva detto che non sa ballare, ma poi si è lasciato guidare anche lui dai nostri canti “danzati”».


«Sono stati giorni di Chiesa gioiosa, aperta, in dialogo. Se crei occasioni, la fede fa meno fatica ad accendersi», commenta il parroco, don Gianluca Molinaro, che ha promosso l’esperienza in questo anno giubilare. E conclude: «In questi giorni si è seminato tanto, ora si tratterà di raccogliere. Credo che questa esperienza porterà frutti belli».

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