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Montagna

Sauris, dopo 56 anni, restituite due statue dell’altare della Madonna del Rosario

Grande gioia a Sauris per la restituzione, dopo ben 56 anni, delle due statue lignee dell’altare della Madonna del Rosario, sottratte dalla chiesa di San Lorenzo a Sauris di Sopra, nel maggio 1969.

Le statue lignee policrome, raffiguranti San Domenico e Santa Teresa e risalenti al XVII secolo, individuate a seguito di attività investigativa (con la collaborazione di forze di polizia estere) su un a piattaforma di annunci online, sono state riportate nella loro sede originale e consegnate al parroco, mons. Pietro Piller, dai Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Udine. Presente anche il sindaco, Alessandro Colle.

Realizzate dalla bottega dei Comuzzi, scultori e intagliatori lignei originari di Gemona particolarmente attivi come altaristi in Friuli-Venezia Giulia e in Cadore durante il XVII sec., le due statue erano poste ad ornamento di un polittico in legno, assieme ad altre della stessa manifattura. Il loro valore economico è di circa mille euro, ben più elevato però quello simbolico e devozionale.

La Confraternita del Rosario e l’altare del Comuzzo

Il 23 aprile 1637 la comunità saurana, colpita da “tempeste, nevi d’estate et altri flagelli, et ora col patire una mortalità d’animali”, implorò dall’ordinario diocesano l’erezione della confraternita del Rosario “per ottenere et l’intercessione della Madre et la misericordia del Figlio” e nella visita pastorale del mese di luglio la confraternita risultava già attiva. Essa commissionò allo scultore Gerolamo Comuzzo da Gemona un altare che fu collocato in una delle cappelle laterali della chiesa attorno al 1650.

La famiglia Comuzzo (il padre Gerolamo, i figli e poi i nipoti) lavorò intensamente in diverse chiese del Friuli, della Carnia e del Cadore nel corso del ‘600. L’altare laterale di S. Osvaldo a Sauris di Sotto è opera dei figli di Gerolamo.

Come in altri altari realizzati in Carnia e in Cadore, nell’altare di Sauris di Sopra vennero raffigurati la Madonna col Bambino, entrambi con il Rosario in mano, nella nicchia centrale, San Domenico e Santa Caterina da Siena (o Santa Teresa d’Avila) in quelle laterali.

Il furto delle statue

Era una notte del maggio 1969 quando l’altare della Madonna del Rosario fu depredato di quasi tutte le statue (rimasero solo due angioletti).
Ecco come il bollettino parrocchiale “De Zahre reidet” riportava l’accaduto:

«Un brutto fattaccio ha riempito di indignazione gli animi della popolazione di Sauris di Sopra. Infatti nella notte tra le ore 21 del giorno 27 e le ore 5 del 28 maggio alcuni malviventi, non ancora identificati, hanno sfondato la porta laterale della Chiesa di S. Lorenzo e si sono impossessati del denaro delle cassette. Inoltre, e ciò è più grave, hanno asportato dall’Altare laterale a sinistra le seguenti statue: la Madonna del Rosario, seduta con il bambino in piedi sulle ginocchia, decorata in oro: altezza cm 65 circa. Si trovava nella nicchia centrale; S. Domenico che si trovava nella nicchia a sinistra: statua dorata e di una altezza di circa 55 cm; e S. Teresa che si trovava nella nicchia a destra, pure decorata in oro ed alta cm 55 circa. Tutte e tre appartenevano ad un altare del 1650 uscito dalla bottega gemonese del Comuzzi. L’attribuzione al maestro è più sicura per la statua della Vergine.

Inoltre i ladri hanno sottratto una statua della Madonna Addolorata con il cuore trapassato dalle sette spade. Nel piedestallo rimasto si legge bene: “Vicelli 1730”. L’altezza di questa immagine si aggira sui 75 centimetri.

Sono spariti pure quattro candelieri piccoli in bronzo-ottone a tre piedini; l’altezza è di 25 centimetri circa».

 

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