I Vescovi del Nordest considerano l’immigrazione non più un problema emergenziale, ma una risorsa strutturale. Quindi una “opportunità” che richiede alle Chiese del Friuli-Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino-Alto Adige un “passo avanti”. Sia per quanto riguarda gli aspetti di vita pastorale e l’annuncio missionario del Vangelo sia nelle relazioni con credenti e non credenti, con persone e comunità, nel dibattito pubblico e con i vari soggetti della vita politica, economica, culturale e lavorativa dei nostri territori.
Incontro d’inizio d’anno dei Vescovi
I vescovi, riuniti lunedì 8 e martedì 9 gennaio nella tradizione conferenza programmatica d’inizio d’anno a Cavallino Treporti (Jesolo), con i responsabili delle Caritas diocesane e degli Uffici migrantes, hanno espresso l’auspicio che «da parte delle istituzioni ed autorità civili siano posti al più presto segni concreti che aiutino migranti e comunità locali a favorire – nel rispetto, nella concordia e per esigenze di bene comune – l’inclusione ed una pacifica convivenza, ad esempio cominciando a prevedere modalità semplificate e con meno “pesi” burocratici negli ingressi regolari, nella concessione e nel rinnovo dei permessi di soggiorno ed anche offrendo il riconoscimento della cittadinanza a quanti da tempo vivono, sono nati o studiano nel nostro Paese». Nella delegazione regionale del Nord-est è stata appresa con soddisfazione l’informazione che a Jalmicco, nel Palmarino, non troverà sede il grande hub di “contenimento” dei rifugiati, ipotizzato fino a qualche tempo fa.
Il rapporto della Caritas
Nel corso della “due giorni” la delegazione Caritas del Nord-est ha presentato ai Vescovi un rapporto aggiornato sull’impegno e sulle “fatiche” che le Caritas di questa Regione ecclesiastica affrontano nell’accoglienza dei migranti, in base alle diverse tipologie previste di accoglienza e alla metodologia scelta per una accoglienza diffusa e ben strutturata. Nel documento sono indicate anche criticità e questioni aperte: la crescente precarietà di condizione dei richiedenti asilo, la gravità dell’emergenza abitativa (anche per motivi burocratici), la fatica nel rapporto con gli Enti pubblici – talora inteso in una logica meramente strumentale – e la “solitudine” nella quale le Caritas si trovano spesso ad operare anche all’interno delle stesse comunità cristiane, chiamate sempre più ad educare all’ascolto, all’accoglienza, al discernimento e a favorire la creazione di legami e collaborazioni trasversali.
Diversi i temi sul tavolo
L’incontro di Cavallino si è sviluppato attorno a diverse riflessioni: dalla lettura biblica del fenomeno migratorio, curata da don Antonio Bortuzzo, all’esperienza di accoglienza nella Diocesi di Mazara del Vallo, in Sicilia, grazie alle parole del vescovo emerito mons. Domenico Mogavero, passando dallo sguardo sociologico offerto dal prof. Stefano Allievi . Il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha offerto una riflessione di sintesi conclusiva. Tutti questi temi trovano spazio nel numero de “La Vita Cattolica” in uscita mercoledì 10 gennaio 2024.