I numeri nel dossier di Cgil, Cisl e Uil, consegnato al Prefetto di Trieste
È la provincia di Udine quella che sta pagando il dazio più pesante al difficile avvio dell’anno scolastico, a causa degli errori nelle graduatorie per l’assegnazione dei posti residui degli organici di diritto e degli organici di fatto. Solo 270, infatti, le assegnazioni effettuate, e un migliaio quelle che mancano all’appello, oltre a quasi 1.800 tra Ata e docenti del contingente Covid assegnato all’intera regione. In tutto, quindi, 2.800 posti ancora da coprire nelle scuole del Friuli-Venezia Giulia, di cui circa 1.700 relativi a personale docente. A denunciare il problema, e a rinnovare la mancanza di informazioni precise e di disponibilità al confronto con il sindacato da parte dell’Ufficio scolastico regionale, i segretari generali dei sindacati scuola del Friuli-Venezia Giulia Adriano Zonta (Flc-Cgil), Concettina Cupani (Cisl Scuola) e Ugo Previti (Uil Scuola Rua), che oggi consegneranno al prefetto di Trieste un dettagliato dossier sulla situazione della scuola in regione.
Ufficio regionale sotto accusa
«Non possiamo esimerci – si legge nel documento – dallo stigmatizzare l’atteggiamento dell’Ufficio scolastico regionale, che da un lato chiede collaborazione e responsabilità alle organizzazioni sindacali, dall’altro si sottrae al confronto sulle materie previste contrattualmente. Da qui le decisioni assunte in maniera unilaterale sull’assegnazione del personale ai territori, le informazioni approssimative ed incomplete, le decisioni di utilizzo del personale amministrativo senza la dovuta trasparenza, le modifiche delle graduatorie senza stabilirne i criteri. Non è un atteggiamento consono ad una pubblica amministrazione, che dovrebbe garantire equità, trasparenza, rispetto delle regole e, soprattutto, dei cittadini». Accuse dure – senza escludere, dopo la diffida, «un eventuale ricorso alla magistratura» – ma anche repliche dettagliate alle dichiarazioni della direttrice dell’Usr Daniela Beltrame, che aveva rimandato al mittente le rimostranze dei sindacati. «Gli uffici provinciali – si legge ancora nel dossier – hanno agito in solitudine, in modo disomogeneo e unilaterale. Non vi è stata un’informazione chiara sulla possibilità, per i candidati presenti nelle graduatorie, di presentare segnalazione o ricorso per possibile errore, non sono state fornite ai candidati tempistiche certe per produrre il reclamo verso le graduatorie, che hanno subito e stanno subendo continue modifiche».
Grave, in particolare la situazione di Udine,
I NUMERI.