Appello del sindacato a Fedriga: «Garantire il ritorno in classe, a rotazione, di tutti gli studenti»
Lavorare per una riapertura graduale e modulata delle scuole superiori, individuando criteri che consentano di alternare didattica in presenza e a distanza tenendo conto dei differenti contesti territoriali e di indici di rischio che non sono gli stessi su tutto il territorio regionale. È quanto chiedono la segreteria confederale e il sindacato scuola della Cgil Friuli Venezia Giulia, in un appello inviato al presidente della Regione Massimiliano Fedriga.
«Pur consapevoli della necessità, vista l’attuale andamento dell’epidemia, di un forte ricorso alla didattica a distanza – sostiene il numero uno regionale della Cgil Fvg, Villiam Pezzetta, assieme ad Adriano Zonta, segretario regionale della Flc – riteniamo anche ineludibile un impegno per consentire il ritorno in classe degli studenti, con le necessarie rotazioni e dentro un quadro di pieno rispetto delle norme di sicurezza. Questo – puntualizzano Pezzetta e Zonta – anche come segnale forte e coerente da parte delle istituzioni sul valore fondamentale della scuola, già reduce, non dimentichiamolo, da un anno 2019-2020 fortemente segnato dalla pandemia negli istituti di ogni ordine e grado, con gravi ripercussioni non solo sullo svolgimento della normale attività didattica, ma anche sull’organizzazione di decine di migliaia di famiglie nella nostra regione. Famiglie che giustamente chiedono, pur consapevoli della necessità di contrastare l’epidemia, di dedicare alla scuola quantomeno la stessa attenzione e lo stesso impegno con cui le istituzioni e la politica cercano di limitare l’impatto della crisi su altri settori della società e dell’economia».
Cgil e Flc chiedono alla Regione «politiche coerenti e responsabili, che tendano conto della valenza non soltanto didattica, ma anche sociale, del ritorno in classe». Non senza sottolineare «la dedizione e il senso di responsabilità con cui personale continua a garantire l’attività in presenza dalle scuole dell’infanzia fino alle medie», assicurano che i lavoratori sono pronti a fare la loro parte anche nelle superiori. Ecco perché si chiede di puntare su un «mix sostenibile tra didattica a distanza e in presenza, con percentuali di ricorso alla Dad modulate a seconda delle diverse realtà territoriali, tenendo conto del differente impatto sul sistema del trasporto pubblico e sul traffico urbano, ma tenendo fermo l’obiettivo di garantire, a rotazione, il ritorno a scuola di tutti gli studenti». Un ritorno a scuola cui era finalizzato anche il piano di potenziamento del trasporto pubblico locale presentato dalla regione lo scorso 4 gennaio e di fatto accantonato con l’approvazione dell’ordinanza che ha decretato la chiusura delle scuole superiori per tutto gennaio. Premesso che a quel piano, per la Cgil, si doveva lavorare fin dalla scorsa estate, un potenziamento del sistema dei trasporti, sostengono i sindacati, «era e resta uno degli interventi chiave per affrontare l’emergenza Covid nelle scuole e per organizzare, con il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, una rete di servizi capace di alleggerire il peso dell’emergenza sanitaria sulle famiglie».
Da qui la richiesta finale di aprire immediatamente un tavolo che fissi, «con il concorso dei sindaci, delle aziende sanitarie, delle aziende del trasporto pubblico, dell’Usr e delle rappresentanze della scuola, nuove misure volte a una riapertura degli istituti superiori in condizioni di sicurezza, tra cui l’inserimento del personale scolastico docente e non docente tra le categorie da sottoporre nel più breve tempo possibile alla vaccinazione e il varo di una campagna informativa nelle scuole per promuovere la massima adesione alla campagna».