Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
L'editoriale

Settimanale necessario

Giornate mondiali, nazionali, speciali: nel calendario traboccano e sbucano in ogni settimana. In una società dalla memoria corta e dalle appartenenze deboli, tuttavia, di Giornate speciali ce n’è bisogno. La Giornata della memoria, per esempio, è ogni anno più necessaria per ribadire i valori, non scontati, del rispetto e della convivenza civile. La Giornata per la vita è un altro esempio per ricordare e ricordarsi che senza il diritto alla vita – ogni vita – non ha senso nessun’altra istanza. Nel nostro piccolo affolliamo quel calendario, alla chetichella, con la Giornata del settimanale diocesano, il prossimo 26 gennaio.

Ce n’è davvero bisogno? Rispondiamo con la nota storiella in cui un vecchio pesce, nuotando nel mare, incrocia due pesci più giovani e chiede loro “Com’è oggi l’acqua?”. I due, sbigottiti, si guardano negli occhi chiedendosi: “Che cos’è l’acqua?”. Immersi nella frenesia della vita, spesso non ci accorgiamo della qualità dell’acqua mediatica in cui nuotiamo. Immaginando di uscire dal mare, non possiamo fare a meno di notare che la situazione non è delle più limpide: nel mondo digitale, per esempio, l’inquinamento mediatico sta aumentando a dismisura, tra social media “taroccati” come X, il vecchio Twitter, e piattaforme che non ostacolano più la diffusione di fake news, come Facebook. Sui media tradizionali l’informazione copia-e-incolla si è resa una triste necessità, visto il calo inesorabile di ascolti e vendite in edicola, quindi di personale nelle redazioni. Informazione rapida, veloce, usa e getta, generata artificialmente: inutile impiegare due ore per produrre un contenuto che durerà la metà prima di essere soppiantato da una notizia più fresca. Tutto questo rischia seriamente di inquinare l’ambiente informativo, la nostra acqua diventa torbida.

A proposito di inquinamento, è interessante rispolverare l’espressione coniata da Fausto Colombo, sociologo della comunicazione recentemente scomparso, che spesso parlava di “ecologia dei media”. Si tratta di ripulire la nostra dieta informativa utilizzando tempi più lenti e metodi più raffinati di selezione delle informazioni, creando così spazi di riflessione personale, culturale, spirituale. In altri termini: zone di acqua pulita. Un tentativo merita di essere fatto. E ci provano in molti, a dire il vero, anche nel nostro territorio friulano: associazioni che organizzano iniziative, corsi e festival, persino alcune testate giornalistiche che hanno fiutato il problema e provano a ingegnarsi.

Su questa zattera saliamo a bordo anche noi. Ed è per questo che assume senso la Giornata del settimanale: per ricordare che c’è un’acqua buona in cui nuotare, potremmo definirla un’acqua “viva” che si travasa in contenuti settimanali quindi volutamente lenti, approfonditi, visceralmente legati ai territori tanto da dedicare ampi spazi anche alle comunità più piccole. Quanto è bello leggere un Friuli fatto tanto di problemi quanto di soluzioni, di povertà e tante potenzialità, di intraprendenza oltre l’apatia, di speranza oltre la nebbia. Persone, volti e storie. Quartieri, vallate, nomi. È questo il tentativo che fa La Vita Cattolica tramite gli strumenti tecnologici che la comunicazione mette oggi a disposizione, affinché chiunque ne entri in contatto – non importa se credenti o non credenti – possa scoprire un po’ di acqua buona in cui nuotare. Ne va della nostra capacità di stare nel mondo, della salute della democrazia, persino dell’annuncio della speranza che viene dal Vangelo, sorgente per eccellenza a cui questo giornale si ispira.

Quindi, certo che ha senso dedicare una Giornata a un settimanale diocesano. Da sostenere per esempio con l’abbonamento annuale. È innanzitutto un regalo che si fa a se stessi, per i motivi espressi in queste righe. E, in secondo luogo, è una forma di sostegno a chi, in questo tipo di informazione, ci crede così tanto da mettersi in gioco. «Leggo La Vita Cattolica perché ci credo», recita lo slogan scelto per la campagna abbonamenti 2025. Anno di Giubileo, anno di speranza. Anche – perché no? – a partire dall’informazione che può davvero farci navigare in acque buone.

don Daniele Antonello e Giovanni Lesa, direttore e vicedirettore La Vita Cattolica

Articoli correlati

Educatori e baby gang

Prima le minacce sui social, poi l’occasione per la resa dei conti a riguardo di una relazione sentimentale contesa. Pare, quindi, che tutto sia stato studiato e premeditato per arrivare a quel triste sabato pomeriggio in un…

Il 1945 e oggi

Gli anniversari servono spesso solo per le celebrazioni e non per serie e approfondite riflessioni. Quest’anno, l’ottantesimo degli avvenimenti che cambiarono nel 1945 il corso della storia dell’Europa, dalla liberazione di…

Cristiani, unità dal basso

«Perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21) è la preghiera che dopo l’ultima cena il Signore Gesù fa al Padre prima della sua passione gloriosa invocandolo come dono per i suoi discepoli. Questa preghiera ogni anno viene…