Gli aumenti più rilevanti per i Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti
La V Commissione consiliare presieduta da Diego Bernardis (Lega) ha espresso parere favorevole unanime alla delibera 1111 del 9 luglio scorso con cui la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, mette mano alle indennità di funzione e di presenza adeguandole al rialzo (non erano aggiornate dal 2011), nonché al sistema di rimborso delle spese per viaggio, vitto e alloggio degli amministratori degli enti locali della Regione.
La prima differenza con il passato, ha evidenziato Roberti dopo aver sottolineato che le indennità riconosciute in Friuli Venezia Giulia sono tra le più basse d’Italia, è una nuova suddivisione dei Comuni sulla base del numero degli abitanti. Ecco che per determinare gli importi delle indennità di funzione, è stato calcolato un aumento percentuale sui valori maggiorati finora vigenti delle indennità, prevedendo aumenti più rilevanti per i Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti.
Nella delibera è previsto: Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti, aumento del 30%; tra 1.001 e 3.000 abitanti, aumento del 20%; tra 3.001 e 5.000 abitanti, aumento del 15%; tra 5.001 e
10.000 abitanti, aumento del 15%; tra 10.001 e 20.000 abitanti, aumento del 10%; tra 20.001 e 30.000 abitanti, aumento del 10%; tra 30.001 e 100.000 abitanti, aumento del 6%; Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, aumento dell’8%.
Subito dopo, sono riportate le cifre ricalcolate per sindaci (dall’indennità minima di 1.568 euro alla massima di 6.820 euro), vicesindaci (da 627 a 3.683 euro), assessori (da 471 a 3.273 euro).
Tra le specifiche, il fatto che i Comuni ad economia turistica possono maggiorare le indennità di funzione fino al 100% degli importi base, dove per Comune turistico si intende quello ove si registri un numero di presenze turistiche annue pari ad almeno dieci volte il numero dei residenti; le indennità di funzione sono ridotte di un quinto per i lavoratori dipendenti a tempo pieno non collocati in aspettativa; in caso di sedute di più organismi nella stessa giornata, l’indennità di presenza è unica.
Da Roberti, poi, la sottolineatura che nel caso in cui l’indennità da presidente di Comunità risulti più alta rispetto a quella percepita da sindaco, la Comunità garantirà la differenza del trattamento; viceversa, se l’indennità come sindaco è la più alta tra le due, null’altro è dovuto al primo cittadino.
Passando all’aspetto dei rimborsi delle spese per trasferte, vitto e alloggio, d’ora in poi l’amministratore potrà decidere se farsi pagare a forfait a fine anno, evitando così di sovraccaricare la ragioneria del Comune con le loro rendicontazioni, oppure viceversa, porre a rendiconto ogni singola spesa.
Diverse le sfumature tra i Gruppi, ma su una cosa si sono trovati tutti concordi: era un’operazione che andava fatta, oltremodo alla luce dell’anno e mezzo appena trascorso, che ha visto sindaci, Giunte e Consigli comunali interi in prima linea a fianco dei propri cittadini contro la pandemia. Così si sono espressi da Franco Iacop del Pd ad Antonio Calligaris della Lega, ma anche Mauro Di Bert di Progetto Fvg/Ar, Tiziano Centis dei Cittadini, Emanuele Zanon di Regione Futura, Furio Honsell di Open Sinistra Fvg, Lorenzo Tosolini della Lega, Igor Gabrovec di Ssk, Francesco Russo del Pd e pure Giuseppe Sibau (PrFvg/Ar).
Di Bert e Iacop si sono quindi soffermasti anche sul tema della doppia indennità; Centis sull’adeguamento del gettone di presenza del consigliere comunale; Zanon sulla possibilità di dettare linee guida specifiche sulle spese a forfait, ma anche sulla necessità di trovare meccanismi incentivanti per i giovani a entrare nell’amministrazione della cosa pubblica; Honsell sul fatto che non si dovrebbe pagare il trasferimento da casa al municipio, ai sindaci che non risiedono nel Comune che amministrano, mentre Calligaris ha spiegato come accada sovente che un sindaco risieda in un Comune limitrofo, soffermandosi poi sull’aumento delle responsabilità, anche penali, che ricadono sugli amministratori locali; Gabrovec sulla necessità di stabilire che le indennità sono irrinunciabili e dovrebbero essere sempre tutte pagate a forfait; Russo sulla speranza che il tema finalmente affrontato in delibera resti in divenire.
La chiusura dell’assessore è stata esplicita: “Noi paghiamo la responsabilità che si assume una persona, non una cifra minima affinché abbia una sorta di reddito di cittadinanza. Non si tratta di dare uno stipendio a chi non ha altro da fare”.
Inoltre, ha fatto presente che “nel 2019, vi sono soldi non spesi per 27 milioni di euro da parte di 52 Comuni sotto i mille abitanti. L’avanzo libero complessivo di tutti i Comuni è stato, nel 2018, pari a 175 milioni, saliti a 202 nel 2019. Posso già dire che per quest’anno la cifra sarà maggiore. Molte amministrazioni affermano la necessità di avere un fondo imprevisti, ma quella cifra è davvero troppo alta”.