È stata una giornata di festa nel segno dell’unione e della cooperazione tra comunità transfrontaliere quella vissuta tra Taipana e Kobarid sabato 9 novembre. Alla presenza delle autorità e di un folto pubblico è stata infatti scoperta la scultura collocata sul ponte Vittorio-Most na Nediži, ex valico che fino al 2007, prima dell’ingresso della Slovenia nell’area Schengen, ha separato il Comune di Taipana/Tipana da quello contermine di Kobarid/Caporetto. Un’istallazione artistica che dunque fa da monito affinché i ponti continuino ad unire anziché dividere.
L’opera, in pietra di Duino, è stata realizzata dall’artista Alfredo Pecile in occasione del 27° «Simposio internazionale di scultura su pietre del Friuli-Venezia Giulia» che si tiene ogni anno a Reana del Rojale, organizzato dall’associazione «Il faro», sodalizio che l’ha donata ai due Comuni. La scultura tiene insieme il ramo di tiglio e due pesci, elementi che caratterizzano rispettivamente gli stemmi di Taipana e di Kobarid, ed è stata collocata proprio sul punto di contatto tra i due territori, il ponte, a simboleggiare idealmente un’identità condivisa. A sottolinearne il significato è stato il presidente dell’associazione «Il faro», Roberto Cossettini, che ha ricordato come da tempo ci fosse il desiderio di realizzare un’opera per quel ponte, che per decenni ha subito il peso di un confine doloroso che sembrava non sarebbe caduto mai.
Il sindaco di Taipana, Alan Cecutti, che insieme alla vicesindaca di Kobarid, Urška Miklavic, ha organizzato la cerimonia di scopritura, ha ribadito una volta in più la necessità di rafforzare la collaborazione tra i due Comuni in ambito turistico e culturale, evidenziando come, a tal fine, le risorse Interreg e per la collaborazione transfrontaliera non siano più sufficienti. Anche col sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia, ha annunciato comunque Cecutti, presto la zona di Ponte Vittorio sarà valorizzata dalla nascita di un villaggio turistico.
Necessità evidenziata anche da Miklavicč che ha spiegato come Taipana e Kobarid abbiano saputo creare negli anni un’amicizia al di là e nonostante i confini. Tra le autorità presenti anche il console della Repubblica di Slovenia a Trieste, Gregor Šuc.
A benedire l’opera è stato il diacono Fiorino Miani.
Anna Piuzzi