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Tanto Friuli alle Settimane sociali di Trieste. Gli incontri della delegazione diocesana di Udine

C’è il giallo dei manifesti delle Settimane sociali, ma ci sono anche tante sfumature di Friuli, ben più numerose rispetto alla sola delegazione udinese. Sono molti, infatti, i friulani che hanno colto l’opportunità delle Settimane sociali per prendersi a cuore questo o quel tema, nutrendo il proprio impegno o mostrando le bellezze della terra madre.

«Mandi, ben rivâts!», ci dicono alcuni. Per giunta con accento carnico, nel cuore di Trieste, quella Piazza Cavana traboccante di movida. Lì ha sede lo stand della Bibbia a cielo aperto di Cercivento, i cui animatori accolgono turisti e delegati da tutta Italia presentando loro le bellezze del centro della Val But. Ci fermiamo per uno scambio di battute e una foto serale, osando parlare in Friulano nel cuore di Trieste. Poco dopo incrociamo un gruppetto di giovani seminaristi di Castellerio, alcuni triestini e alcuni friulani, ci salutano e si intrattengono davanti a “Çurçuvint”. Battute, scambio di pareri, dialogo.

Lo stand di “Una Bibbia a cielo aperto”

C’è tanto, tantissimo Friuli in questa Settimana sociale. «Sêso di Udin? Saludait il Vescul!», ci esorta qualche carabiniere in congedo. Attendiamo anche lui, il Vescovo, nei prossimi giorni. Nel frattempo incrociamo una catechista di Buja, si parla dei bambini e dei ragazzi del Collinare. Alcuni amici ci inviano messaggi annunciando la loro presenza agli eventi pubblici dei prossimi giorni. Trieste crocevia di incontri, quindi, la vicinanza della Settimana Sociale è un’opportunità per tutti.

A cena si accosta un signore, accento sudamericano. «Di dove siete?», chiede. Udendo la risposta, prende a parlare in Friulano. Com’è possibile? Ha una croce al collo e un anello al dito: è mons. Luigino Infanti Della Mora, Vescovo nella Patagonia cilena originario di Campomolle di Teor. Su mille delegati, ha trovato la delegazione che parla la sua marilenghe. «Ormai o cjacari plui par furlan che par talian», scherza. Ci intratteniamo a lungo parlando di problemi sociali nella sua terra, della celebre “battaglia dell’acqua”, del tema del consumismo – come ha affermato anche a La Vita Cattolica di recente -. Il giorno seguente lo incrociamo di nuovo mentre interviene a un incontro sul tema della tutela del creato, un argomento molto sentito in Patagonia e da lui, mons. Infanti, in prima persona. Perché la Settimana sociale è così: ci si incontra e discute, si interviene e ci si conosce. La partecipazione stessa è così: non si è semplicemente rivolti nella stessa direzione, ma si ha la stessa sorgente spirituale e si costruisce insieme qualcosa per la comunità. Che sia Roma o Trieste, il Piemonte o la Sicilia, il Friuli o la Patagonia.

Giovanni Lesa, inviato a Trieste

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