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ArcivescovoL'editoriale

Timoniere di Dio

L’immagine popolare della Chiesa come una barca mi sembra la più adatta per descrivere quello che stiamo vivendo come evento storico nella nostra Diocesi udinese. Un pastore per una Chiesa locale è come il “timoniere” che solca a seconda dei tempi e delle stagioni mari tempestosi e calmi stagni, si prepara a esplorare territori insondati e a affrontare sfide sempre nuove.

Per noi questo è il tempo del cambio di timoniere. Ci sono dei passaggi importanti e definitivi, che segnano lo scorrere dei giorni con interruzioni e nuove aperture, desideri e speranze, incognite e attese. Così è per la vita di ciascuno, per il contesto familiare, per la vita delle comunità cristiane. Figurarsi per una diocesi intera! Il nostro arcivescovo Andrea Bruno ha compiuto 75 anni lo scorso 1 settembre e come previsto dal diritto canonico ha dovuto rassegnare le dimissioni al Santo Padre. Da quel momento, ogni giorno sarebbe stato buono per l’accettazione della sua rinuncia e la nomina del nuovo Arcivescovo. Sapevamo tutti che sarebbe successo prima o poi, ma certo quando accade c’è sempre tanta sorpresa e meraviglia. Al di là della fuga di notizie sui social e sul web, quando venerdì mattina 23 febbraio mons. Mazzocato ha dato comunicazione ufficiale della nomina di mons. Riccardo Lamba a nuovo Arcivescovo di Udine, tutta la nostra Chiesa diocesana si è stretta come in un abbraccio ai due pastori, timonieri di ieri e di domani. Ora ci vorranno i tempi canonici di avvicendamento, previsti entro due mesi dalla nomina ufficiale. Ma quello che è più importante, ed è ciò che ha ricordato anche mons. Andrea Bruno nel suo intervento, è che questo momento non può che essere vissuto come esperienza spirituale ed ecclesiale.

Questo è innanzitutto il tempo della preghiera, vissuto come ringraziamento al Signore per questi quasi quindici anni di ministero episcopale di mons. Mazzocato in mezzo a noi. Ma è anche e soprattutto il tempo per affidare al buon Dio il nuovo Vescovo Riccardo e il suo ministero, perché come i grandi marinai dei tempi antichi, possa aiutarci a orientare il nostro futuro ecclesiale verso la Stella polare e ad ascoltare il respiro del vento dello Spirito. Nel suo bagaglio mons. Lamba porterà con sé non solo la sua esperienza umana, sacerdotale ed ecclesiale, ma, ne sono sicuro, anche il desiderio di ascoltare il vissuto e le esigenze di una Diocesi che ancora non conosce, con tutte le sue peculiarità dettate dalla storia aquileiese e dalla cultura friulana. Tutto questo potrà diventare nuova opportunità nella prospettiva di una crescita reciproca e sarà possibile solo se la navigazione verrà fatta insieme: non c’è ciurma senza timoniere, non serve un timoniere se la barca non ha un equipaggio. Il ministero di un Vescovo non è mai un compito solitario: Origene ci ricorda che, «come il timoniere non può governare da solo la nave, così neanche il Vescovo può da solo reggere la Chiesa» (Omelia sul Cantico dei Cantici, 2, 2). Questo significa che si tratta di un’opera collettiva, in cui ogni membro della comunità diocesana – sacerdoti, diaconi, religiosi, laici – ha un ruolo importante da svolgere. Ogni remo, infatti, non può che muoversi in armonia con gli altri per far progredire la barca. È l’impegno affinché ciascuno viva proattivamente il proprio mandato battesimale, nell’essere «cristoforo» – portatore della fede in Cristo, dentro e fuori la Chiesa. In un mondo in rapida evoluzione come il nostro, la realtà ecclesiale può essere ancora un segno importante per tutti, come sorgente di speranza, di compassione e di giustizia sociale. A partire da quello sguardo di fede costantemente richiamato dal suo timoniere, che da quella fede comune trae buona parte della sua forza e della sua profezia. Che questo tempo di cambiamento possa essere per ciascuno un momento generativo, di riconoscenza verso il passato e di fiducia verso il futuro che verrà. Consapevoli che la barca che è la Chiesa non è nostra e in realtà il vero timoniere è Gesù Cristo morto e risorto per la nostra salvezza. Noi tutti siamo solo semplici strumenti del suo Regno.

don Daniele Antonello

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