Grande partecipazione alla celebrazione per il santo patrono, San Martino, oggi a Tolmezzo. Dopo il raduno delle autorità e associazioni in piazza Mazzini, il corteo si è spostato fino in Duomo. Al saluto del sindaco alla città, Roberto Vicentini, ha fatto seguito la Messa solenne presieduta dal parroco, mons. Angelo Zanello, e concelebrata dai sacerdoti della comunità salesiana di Tolmezzo, da don Davide Larcher, don Alessio Geretti, e allietata dalla presenza dei membri delle associazioni che, con i loro labari, hanno fatto da cornice nel presbiterio. A seguire la festa in piazza e la castagnata con film per bambini e ragazzi al cinema David.
Nell’omelia, l’arciprete di Tolmezzo, mons. Angelo Zanello, ha evidenziato come “Martino” sia diventato in parrocchia una sorta di “mega-influencer”. «Parlare di lui e raccontare la sua vita significa per noi ispirare e comunicare la ricchezza che ci ha trasmesso e che portiamo nel cuore». Mons. Zanello ha definito S. Martino un “influencer di santità”. «Da secoli la sua figura commuove, converte e chiama alla santità. È un rivoluzionario non solo per la fede cristiana, ma anche per l’umanità intera, con la sua dedizione al bene e all’amore, non certo alla promozione di beni materiali».
«Fin da bambino, Martino sorprende per la sua ricerca di Dio – ha ricordato il parroco, tracciando la storia delle vita del santo –. Abbandona la casa, si rifugia in chiesa e si interroga su Gesù morto e risorto. Mentre i suoi genitori sono interessati al Dio della guerra e della carriera, lui è attratto da un’altra realtà, quella del cielo. A quindici anni, Martino prende le distanze dalla vita militare, rifiutando di ridurre l’uomo a un’apparenza. Nella sua famosa vicenda con il povero, ci insegna che ogni persona viene prima di ogni altra cosa. Martino decide di vivere una vita “anticarriera”, abbracciando una via di spiritualità e interiorità ispirata dall’amore per l’uomo e dagli ideali del Vangelo. Per lui, il valore dell’interiorità e della ricchezza dello spirito sono i principi fondamentali di una vita vissuta in pienezza. In un tempo come il nostro, dove Dio viene spesso messo da parte, dobbiamo ritrovare la via che conduce a Lui e a un’esistenza che non si lascia travolgere dalle banalità del mondo».
«Martino divenne vescovo non per ambizione – ha ricordato ancora mons. Zanello –, ma per amore di Cristo e del suo popolo. La sua testimonianza ci ricorda l’importanza di mettere Cristo al centro della nostra vita, sia nella sfera cristiana che sociale».
Un invito a essere “influencer” del bene
«San Martino ci chiede di essere influenti nel bene – ha richiamato ancora mons. Zanello –, lavorando per una vita limpida, ricca di luce. Siamo chiamati a mettere a disposizione ciò che abbiamo per fare il bene, senza lasciare indietro nessuno, perché ogni persona è preziosa al cuore di Dio. Questo anno santo sia per noi un’opportunità di rinnovamento e di conversione a Dio e ai Suoi comandamenti». Il parroco ha invitato i numerosi fedeli presenti alla Messa ad unirsi alla “compagnia del bene”, «agendo con altruismo nelle nostre comunità. Che ognuno di noi possa dedicare del tempo agli altri, come fece Martino, senza arrendersi alla quotidianità sterile, e avendo Cristo come Maestro e guida».
Proprio nel giorno in cui si è celebrato San Martino, dopo la liturgia, sotto un cielo limpido e un sole splendente, i pellegrini del “Cammino di S. Martino” hanno concluso l’ultima tappa dell’itinerario, da Tolmezzo a Ovaro.
Bruno Temil