Una Cattedrale gremita, festosa e coloratissima – con numerosi immigrati di origine africana stretti attorno ai “loro” tre giovani – ha fatto da cornice all’ordinazione sacerdotale di don Dominique Assosolm Mandjami, don Bernard Emmanuel Appiah e don Raymond Darkwah, avvenuta domenica 23 giugno. Un pomeriggio di grande festa, con canti e danze tipici dei paesi di origine dei tre giovani (Togo per d. Dominique, Ghana per d. Bernard e d. Raymond) uniti alla gioia delle comunità friulane che hanno accolto i tre giovani: Basaldella, Camino al Tagliamento, Paderno e, a “giocare in casa”, la comunità del Duomo di Udine.
«L’iniziativa è di Gesù»
«L’episodio che oggi contempliamo inizia con un perentorio invito di Gesù: “Passiamo all’altra riva!” È Gesù che prende l’iniziativa!». Così mons. Riccardo Lamba ha iniziato la sua lunga e accorata omelia, in cui ha ripercorso anche le parole scambiate con i tre giovani alla vigilia della loro ordinazione. «È Gesù che ha preso l’iniziativa di chiamarvi per andare “oltre”: oltre le vostre famiglie, le vostre sensibilità, le vostre culture, i vostri errori e i vostri peccati, i vostri personali limiti umani. È Gesù che ha preso l’iniziativa per operare in voi un cambiamento vero, reale, tangibile: da creature a figli, da evangelizzati ad evangelizzatori, da single a membri di una comunità presbiterale».
«Avete iniziato la traversata della vita – ha detto mons. Lamba -, consapevoli che non si sarebbe trattato di una gita nella laguna: ben presto avete iniziato a comprendere che se, come dice il titolo dello straordinario film di Roberto Benigni, “La vita è bella!”, nello stesso tempo essa è anche molto complessa. Avete così dovuto affrontare sfide relazionali, culturali, etiche: eppure non vi siete rifugiati in modo infantile nei ricordi di tanti momenti belli vissuti nelle vostre comunità di origine; non avete affrontato da soli queste sfide ma vi siete fatti aiutare da tanti sacerdoti, dalle suore del Seminario, da tante famiglie e laici che vi hanno accolto e hanno accompagnato con amore e discrezione il vostro discernimento vocazionale.»
«Sono sicuro che non sono mancati i momenti di difficoltà. Che cosa avete fatto in quei momenti? Avete fatto ciò che hanno fatto gli apostoli nella loro drammatica attraversata del mare, come racconta l’evangelista Marco: vi siete rivolti a Gesù nella preghiera».
Non da soli, ma con Dio e i fratelli
L’Arcivescovo è poi tornato su una di quelle che a tutti gli effetti sembra essere una delle linee pastorali del suo episcopato. «La paura è qualcosa che ci portiamo dentro sin dall’origine», ha detto. «Essa è il frutto del fallimento della pretesa velleitaria originaria di poter fare da soli, di poter fare a meno di Dio: pretesa che ci porta alla morte. Lo stesso adagio friulano “fasin di bessôi” ha senso solo se siamo, certo, noi ad impegnarci in prima persona, ma con Dio (non senza Dio!) e con i fratelli (e non senza i fratelli!). Anche Papa Francesco ogni tanto ce lo ripete: «Nessuno si salava da solo! Siamo tutti sulla stessa barca!».
Attraversare il “lago della vita”
«Cari Dominique, Bernard, Raymond – ha concluso mons. Lamba -, Dio vi chiamerà continuamente ad attraversare il lago della vita; l’augurio che vorrei farvi è che possiate, attraverso l’ascolto della Parola di Dio, crescere nella Fede, cioè nella consapevolezza che in Gesù Cristo voi siete figli di Dio, e perciò siete stati liberati dalla schiavitù del peccato e dalla paura della morte».
Infine, ecco l’esortazione dell’Arcivescovo: «Unitevi sempre più a Gesù Cristo: quando nella celebrazione eucaristica direte “Questo è il mio Corpo e questo è il mio Sangue”, consegnate la vostra vita, come Lui, nelle mani del Padre il quale si è preso cura di voi e sempre lo farà soprattutto nei momenti più difficili».
Lingue unite nell’unica liturgia
La liturgia della lunga Messa – oltre due ore – dell’ordinazione presbiterale è stato specchio sia della cattolicità della Chiesa, sia della multietnicità della società friulana odierna. La prima lettura in lingua twi (del Ghana) è stata seguita dal Salmo responsoriale in friulano. Poi la seconda lettura in ewe (del Togo) prima del Vangelo proclamato in italiano. Suggestiva l’alternanza dei canti in lingua italiana, latina, friulana e twi.
Al termine del rito di ordinazione, dopo l’abbraccio a mons. Riccardo Lamba i neo-sacerdoti sono corsi ad abbracciare mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo emerito presente all’ordinazione dei tre giovani che li ha accolti in Diocesi e in seminario.
Una Chiesa in festa. Con musica e danze
Numerosissimi gli immigrati di origine africana presenti in Cattedrale, compresi diversi sacerdoti in servizio in Diocesi. Con un colorato fuori programma al termine della comunione, quando al canto in lingua twi gli africani presenti hanno preso a battere le mani e danzare a ritmo di musica, coinvolgendo nella festa anche i tre giovani neo-presbiteri. Una festa di sorrisi e di gioia proseguita anche dopo il termine della celebrazione, quando alle foto di rito è seguito un momento di festa, danza e musica all’esterno della Cattedrale. È la gioiosa festa di una Chiesa che si esprime nelle culture dei suoi fedeli. E dei suoi preti.
Le prime Messe
Numerosi appuntamenti attendono ora i neo-presbiteri, alle prese con le attività pastorali estive, ma anche con le “prime Messe” nelle comunità che li hanno accolti.
Don Dominique Assosolm Mandjami presiederà le sue prime Messe sabato 29 giugno alle 18.30 a Plaino (nel parco “Beato Carlo Acutis” attiguo alla chiesa parrocchiale di San Floriano) e domenica 30 giugno, alle 10.30 nella Cattedrale di Udine.
Don Bernard Emmanuel Appiah e don Raymond Darkwah concelebreranno due Messe: sabato 29 giugno alle 19 a Basaldella (chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo) e domenica 7 luglio alle 15 a Udine, nella chiesa di San Pio X, assieme alla comunità ghanese. Don Appiah celebrerà anche una prima Messa a Paderno domenica 30 giugno alle 10.30, mentre don Darkwah presiederà per la prima volta la Messa a Camino al Tagliamento, nella chiesa di Ognissanti, domenica 30 giugno alle 10.30.
Tutti loro, in agosto, rientreranno nelle terre di origine per un breve soggiorno e per celebrare la Messa nelle chiese che li hanno visti ricevere la fede.