La relazione dell’Osservatorio regionale antimafia. Tra i beni sequestrati anche tre aziende- La congiuntura economica fa crescere il rischio usura per le famiglie.
Poco meno di tremila imprese del Friuli-Venezia Giulia si trovano in uno stato di sofferenza finanziaria e sono state segnalate come insolventi dagli intermediari alla Centrale dei rischi della Banca d’Italia. Una situazione che rischia di farle “scivolare tra le braccia degli usurai”. Lo si legge nella relazione annuale dell’Osservatorio regionale antimafia, presieduto dall’ex prefetto Michele Penta, che è stata esaminata e approvata oggi dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.
Il testo realizzato dall’Osservatorio non si limita a riassumere l’attività annuale – forte di dodici sedute in videoconferenza con rappresentanti delle istituzioni, del mondo della formazione, della cultura e dell’associazionismo – e traccia un quadro generale della situazione in una regione dove si fa avanti “la strategia mafiosa di espansione economica spesso silenziosa, sotto traccia”, che punta “all’accaparramento di interi settori dell’economia legale, grazie all’enorme liquidità garantita dai traffici illeciti, assai numerosi in Friuli-Venezia Giulia come è emerso dalle numerose operazioni condotte dalle forze di polizia”.
L’infiltrazione della criminalità organizzata è ancor più pericolosa oggi, quando “la carenza di liquidità che famiglie e imprese stanno patendo a causa della grave congiuntura economica fa crescere sempre più il rischio serio e concreto di essere vittime della criminalità attraverso l’odiosa pratica dell’usura”. Per questo motivo è necessario “cogliere in anticipo qualsiasi segnale di rischio”. “Rendere i cittadini e gli imprenditori informati su questi meccanismi perversi – si legga ancora nella relazione – è uno dei più qualificanti impegni dell’Osservatorio, attraverso i suoi numerosi contatti sul territorio”.
Uno dei problemi più urgenti è proprio quello della “bollinatura” di cui si parlava all’inizio, che per legge non consente alle aziende insolventi di accedere ad alcun prestito erogato dal canale finanziario legale. Per questo motivo la Cgia di Mestre – che ha realizzato lo studio in grado di quantificare il numero di imprese a rischio usura in Friuli Venezia Giulia – auspica l’impegno del Governo, attraverso il Fondo di prevenzione dell’usura, per aiutare le banche a sostenere le aziende in difficoltà, specie quelle di modeste dimensioni.
Quanto ai settori economici più appetiti dalla criminalità organizzata, l’Osservatorio segnala “il traffico illecito di prodotti petroliferi, in particolare dalla Croazia e dalla Slovenia attraverso il territorio friulano” e ricorda che “il Prefetto di Trieste ha richiamato alla memoria come lo scalo giuliano sia già stato scenario di tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata nella commercializzazione dei derivati del petrolio”. Anche il mercato del contrabbando di tabacco vede “la regione al primo posto in Italia, trascinata da Trieste (al primo posto) e da Udine (al settimo posto)”. La relazione fa anche il punto sui beni sequestrati alle mafie. Si tratta di 22 proprietà attualmente in gestione da parte dell’Agenzia nazionale (4 a Udine, 4 a Casarsa della Delizia, 3 a Trieste, 3 ad Aquileia, 2 a Tricesimo, 2 a Tavagnacco, 1 a Sgonico, Povoletto e Treppo Grande), di 38 beni già consegnati a un destinatario (16 a Spilimbergo, 9 a Trieste, 3 a Lignano Sabbiadoro, 3 a Duino Aurisina, 2 a Udine, 2 ad Aviano, 1 a Cervignano, Tricesimo e Sappada) e di tre aziende confiscate in gestione all’Agenzia, 2 a Palmanova e 1 a Monfalcone.
Nell’intensa attività di monitoraggio e sensibilizzazione svolta dall’Osservatorio va segnalata l’importante iniziativa dei tirocini curricolari rivolti agli studenti universitari degli atenei di Udine e Trieste, che con l’aiuto dei tutor ha consentito una vera e propria full immersion con attività di analisi, studio e ricerca sul fenomeno della criminalità organizzata, anche grazie a numerosi incontri formativi nel corso dell’anno. La relazione di oggi ha fornito al presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, l’occasione per salutare Michele Penta e ringraziarlo del lavoro svolto. Il presidente dell’Osservatorio regionale antimafia, chiamato ad assumere altri incarichi, sta infatti per concludere anticipatamente il suo mandato e Zanin ha voluto manifestargli il massimo apprezzamento da parte dell’intera assemblea legislativa.