Dal Vangelo secondo Marco Mc 3,22-30
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
Parola del Signore.
Commento al Vangelo del 9 giugno 2024,
X Domenica del Tempo ordinario
A cura di don Pietro Giassi
Pian piano ci siamo lasciati alle spalle le grandi celebrazioni che hanno fatto da giusto proseguo alla solennità della Pasqua, fino a chiudere domenica scorsa con il Corpus Domini. Ora, aiutati dalla prima lettura di questa domenica, il Signore torna a cercarci in maniera puntuale chiedendoci come ad Adamo: “Dove sei?”. Lo chiede a me e lo chiede a te perché il rischio, anche e forse ancor più nelle grandi celebrazioni, è quello di vivere gli incontri con Dio attraverso i momenti comunitari o più intimi senza però un reale coinvolgimento. Le distrazioni, aiutati dall’immaginazione che santa Teresa diceva essere la pazza della casa, sono sempre molte; pensieri e preoccupazioni difficilmente riusciamo a chiuderli in cassette ermetiche e così, smemorati, dimentichiamo che la nostra esistenza non è solamente terrena e che il Padre Celeste è buono e non torna a cercarci per accusarci delle nostre mancanze.
L’esortazione di san Paolo nella seconda lettura è un raro dono che la vita ci fa: grazie alla Bibbia, tutte le volte che vogliamo, possiamo prendere in mano la Parola di Dio e sentirci capiti e sostenuti nelle nostre fatiche senza che queste vengano sminuite: “Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno.” In questo si inserisce il vangelo. Vi sono dei nemici che vogliono sfruttare ogni occasione per separarci dalla vera Vita, ovvero la comunione con Dio; le volte in cui riescono nel loro intento non solamente ci troviamo divisi e separati da Dio e dal prossimo, ma siamo noi stessi divisi e in confusione. Se prontamente non ricorriamo al Signore attraverso la preghiera e i sacramenti, rimanendo in questo stato, iniziamo anche noi ad essere divisivi in quanto portiamo avanti la missione dello spirito che in quel momento sta dimorando in noi. Che fare in quei momenti? Ripetere e far nostre le parole del salmista che con il salmo responsoriale ci fa pregare dicendo: “Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce”. Sempre ricorrere al Signore dando spazio allo Spirito Santo! Egli intercede per noi con gemiti inesprimibili, desiderando guidarci alla comunione con Dio. Mettere in dubbio l’amore eterno del Padre apre le porte a quel peccato contro lo Spirito Santo.
Quando entreremo nella disperazione credendo che ormai il nostro peccato è troppo grande per essere perdonato, quando non ci lasceremo perdonare entreremo in quella colpa eterna dalla quale non possiamo essere salvati perché non permetteremo ad alcuno di salvarci. Possono aiutarci le parole che Gesù rivolse a Nicodemo (Gv 3,16-18). Per questo motivo papa Francesco più volte ci ha spronato a non farci rubare la speranza! Ecco chi è questo uomo forte di cui Gesù parla nel vangelo.
Che lo Spirito Santo sostenga la nostra vita: torniamo spesso a pregare lo Spirito Santo, Colui che ha animato la Chiesa (Pentecoste), che è la terza persona della Santissima Trinità e, effuso sulle specie eucaristiche, ci dona il Corpo e Sangue del Signore. Diciamo con fede: «Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora».
don Pietro Giassi