Il 95% dei laureati magistrali trova lavoro a cinque anni dal titolo. Sopra la media italiana anche l’occupazione dei laureati a un anno dalla laurea: lavora il 79% dei triennali (74,5% in Italia) e l’85% dei magistrali (74,6% in Italia)
– Ottimi risultati per i laureati dell’Università di Udine. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (dove si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) dei laureati triennali del 2020 dell’Università di Udine è del 79,2% contro la media nazionale del 74,5%. Per un’analisi puntuale è da sottolineare che sono stati considerati i laureati triennali che dopo la laurea hanno deciso di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro. Più alti rispetto alla media italiana anche i dati dei laureati magistrali. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati magistrali del 2020 dell’Università di Udine è del 85,2% contro la media nazionale del 74,6%. Una percentuale che schizza al 95%, rispetto alla media nazionale ferma all’89%, a cinque anni dalla laurea, e che pone Udine al quarto posto in Italia. È quanto emerge dal XXIV Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati presentato in questi giorni dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, che ha coinvolto 76 atenei italiani aderenti.
Non solo. Il rapporto Almalaurea mette in evidenza anche la soddisfazione degli iscritti all’ateneo friulano. Il 90% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’86,1% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’89,9% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 90,5% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.
«I dati del rapporto Almalaurea– sottolinea il rettore Roberto Pinton – sono molto incoraggianti e confermano che il percorso intrapreso dall’ateneo è quello giusto, sia dal punto di vista della qualità dell’offerta didattica sia per quanto riguarda le azioni a supporto del placement dei nostri laureati, e sta dando i suoi frutti anche grazie a un costante dialogo con il mondo economico-produttivo. L’obiettivo è ora sia di rafforzare il ventaglio di proposte a sostegno dei giovani laureati sia di stimolare i nostri studenti ad intraprendere una il percorso di studi con la determinazione giusta per poter affrontare al meglio la crescente competizione del mercato del lavoro».
Condizione occupazionale laureati triennali a un anno dl conseguimento del titolo
Tra i laureati triennali occupati, il 18,8% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 24,2% ha invece cambiato lavoro; il 57,0% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 24,4% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 45,7% su un lavoro non standard. L’11,0% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 17,5% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.353 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Il 54,9% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 50,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
Condizione occupazionale laureati magistrali a un anno dal conseguimento del titolo
Il 22,1% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 16,1% ha invece cambiato lavoro; il 61,8% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. La retribuzione è in media di 1.466 euro mensili netti (1.402 euro per i magistrali biennali e 1.702 euro per i magistrali a ciclo unico). Il 73,6% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 68,5% tra i magistrali biennali e il 91,8% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 63,7% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (59,7% tra i magistrali biennali e 78,4% tra i magistrali a ciclo unico).
Condizione occupazionale laureati magistrali a cinque anni dal conseguimento del titolo
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 58,7%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 17,1%. Svolge un lavoro autonomo il 16,6%. Le retribuzioni arrivano in media a 1.599 euro mensili netti (1.599 per i magistrali biennali e 1.664 per i magistrali a ciclo unico). Il 68,9% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 67,4% tra i magistrali biennali e il 75,4% tra i magistrali a ciclo unico); il 63,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (61,8% tra i magistrali biennali e 72,6% tra i magistrali a ciclo unico). Ma dove vanno a lavorare? Il 75,6% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 23,1% nel pubblico; l’1,2% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 66,6%, mentre l’industria accoglie il 30,9% degli occupati; 2,1% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
Profilo dei laureati
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,4%: il 4,9% tra i triennali e il 4,2% tra i magistrali biennali. Il 27,4% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 25,6% tra i triennali e il 32,3% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico, …) il 60,5% dei laureati: è il 54,8% per il primo livello e il 65,1% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 33,5% dei laureati: è il 38,0% per il primo livello e il 29,8% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.
L’età media alla laurea è 25,5 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 24,5 anni per i laureati di primo livello e di 27,2 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il 66,0% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 62,6% tra i triennali e il 74,3% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 102,4 su 110: 99,4 per i laureati di primo livello e 107,8 per i magistrali biennali.
Il 62,1% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 63,7% tra i laureati di primo livello e il 61,5% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce all’80,4% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio). Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) l’8,6% dei laureati: il 5,2% per i triennali e il 14,6% per magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 20,8% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 67,8% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 67,0% tra i laureati di primo livello e il 68,5% tra i magistrali biennali.