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Udinese strabiliante, rimonta e vince a Parma. Dopo 13 anni è prima in classifica

Handanovic tra i pali. In difesa Benatia, Danilo, Domizzi. Centrocampo a cinque con Ferronetti, Isla, Badu, Asamoah e Armero. Davanti Torje e il capitano, Totò Di Natale. Questi i titolari bianconeri in Udinese-Novara del 23 ottobre 2011, finita 3-0 per i friulani. Era l’ottava giornata di campionato e fu l’ultima volta in cui l’Udinese si trovò sola in vetta alla classifica di Serie A. Allora furono Domizzi e Di Natale (con una doppietta) a portare l’Udinese in testa.

Quasi tredici anni dopo la storia si è ripetuta, grazie all’impresa – perché non esiste termine più adatto, sportivamente parlando – del “Tardini” di Parma. In svantaggio per 2-0 a metà gara, con un secondo tempo da cuori forti i bianconeri hanno ripreso e ribaltato la partita grazie a capitan Florian Thauvin (doppietta per lui) e a Lorenzo Lucca, mettendo in saccoccia tre punti di carattere. Risultato? 10 punti in 4 partite, Udinese imbattuta e prima in classifica. «Godete, friulani!» urlerebbe a Radio Spazio il Lorenzo Petiziol dei tempi d’oro.

Il gol di Lorenzo Lucca a Parma. Foto dalla pagina Facebook “Udinese calcio”

Runjaić: «Continuiamo a lavorare»

«Siamo felici del momento ma siamo appena all’inizio della stagione. In questa fase dobbiamo fare più punti possibile». Kosta Runjaić, tecnico rivelazione dei bianconeri, si dimostra ben calato non solo in un campionato per lui nuovo come la Serie A, ma anche nella mentalità tipica in questo lembo d’Italia. Piedi piantati a terra e lavorare. «Alla fine è stata una vittoria meritata con un grande secondo tempo. Non dobbiamo guardare la classifica, in questo momento è più importante rimanere lucidi e continuare a lavorare per migliorare». Insomma, friulani, godete ma non dimenticatevi che del doman non v’è certezza. Conviene lavorare.

Un’Udinese nuova? Quasi

Partite come quella di Parma dimostrano la metamorfosi mentale e tattica della squadra friulana, attestata non solo dalla clamorosa rimonta operata in sola mezza partita, ma anche dalle statistiche a cui il popolo di fede calcistica bianconera è tutt’altro che abituato: un possesso palla maggiore degli avversari (52%, mai così alto nelle ultime stagioni), 15 tiri in porta di cui 6 nello specchio dei pali. L’anno scorso, per citare solo la più recente delle stagioni in Serie A, l’Udinese difficilmente tirava più di tre volte nella porta avversaria. E poi ci sono il pressing alto – a piccole dosi -, la squadra cortissima e soprattutto una maggior densità di giocatori nell’area avversaria durante la fase offensiva: sempre almeno tre bianconeri gravitano dalle parti del portiere avversario: non poco. Insomma, passare dall’intoccabile centrocampo a 5 a quello a 4 per aumentare il numero di attaccanti ha giovato non poco in fase realizzativa.

Certamente va rifinita la fase difensiva: l’Udinese subisce ancora troppi tiri dagli avversari, il “filtro” di centrocampo – che ha perso Walace, ma ha trovato un interessante Karlstrom, e ha comunque un uomo in meno – deve ancora essere messo a punto. Subire gol in tre gare su quattro non si addice a una capolista che si rispetti e se Okoye è stato nominato miglior portiere del campionato nel mese di agosto significa che là dietro si balla troppo. Tutti aspetti su cui il mister “jugoslavo” dovrà continuare a lavorare. Intanto la sua impronta si vede, eccome, sul carattere della squadra. Rimontare 2 gol contro l’arrembante Parma di mister Pecchia, in casa sua, non è cosa da poco.

Dove arriverà questa Udinese?

Non lo sappiamo. Anche con mister Sottil ci fu una partenza a razzo, prima di un calo drastico che portò i bianconeri sull’orlo della Serie B. Di sicuro le premesse sono buone e i punti in cascina fanno sempre bene. L’Udinese del 2011 arrivò terza e si qualificò alla Champions League, ma aveva in campo giocatori navigati, talenti puri e un mister che di nome faceva Francesco Guidolin. Intanto noi, tredici anni dopo, facciamo come disse allora il “Guido”: «Stin calmuts». Meno 30 alla salvezza, insomma, da raggiungere il prima possibile. Poi si vedrà. Intanto «godete, friulani».

G.L.

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