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Un anno dopo la tempesta. Mortegliano, luogo “simbolo”: «Due anni per risorgere»

Un anno fa la tempesta che colpì il Friuli. 170 milioni di danni. E nessuna casa di Mortegliano, il paese più bersagliato, è rimasta indenne dalla grandine. E oggi? «Il 70% delle abitazioni è stato recuperato, parlo di prime case, le seconde case sono ancora indietro – risponde il sindaco, Roberto Zuliani –. Le risorse economiche non sono per tutti uguali, pertanto c’è chi ha difficoltà, le assicurazioni hanno tardato, le richieste alla Regione non vanno avanti, c’è da aspettare ancora un po’ di tempo affinché anche queste situazioni si risolvano».

Pubblichiamo un estratto dell’intervista con il primo cittadino; la versione integrale è pubblicata sul numero de La Vita Cattolica del 24 luglio 2024.

Il sindaco di Mortegliano, Zuliani (a destra), assieme all’assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi durante un sopralluogo

A che punto è la riparazione dei danni al patrimonio pubblico?

«Abbiamo ancora qualche edificio da sistemare. Abbiamo riparato municipio, scuole e casa di riposo. Adesso cominceremo a lavorare sugli altri edifici. Devo riconoscere che l’impegno della popolazione è stato altissimo, poche proteste e anche questa è una cosa positiva. All’inizio siamo stati assistiti tantissimo dai volontari, dai Vigili del fuoco, dalla Protezione civile, dal Soccorso alpino».

Il duomo?

«Grossi problemi, purtroppo. I lavori di sistemazione inizieranno in agosto o al massimo ai primi di settembre. Una difficoltà deriva anche dal dover lavorare ad un’altezza non indifferente; andiamo su a 25, 30 metri, al centro sono 45 metri. Sarà un impegno lungo, ci vorranno due anni di lavoro. Vogliamo salvare rapidamente tutto quello che si può salvare all’interno, perché ci sono delle opere veramente importanti e la pioggia, l’umidità, la muffa deturpano e rovinano, per cui questi interventi vanno fatti. Invece la chiesa della Santissima Trinità è già stata sistemata».

Ancora tante case da mettere a posto, dunque.

«Non si è salvata una casa, a Mortegliano. A Lavariano sono state colpite solo il 15, 20%. In alcuni casi interverremo come Amministrazione per mettere in sicurezza quelle strutture che potrebbero creare problemi alla viabilità. Mi auguro che almeno per la fine del 2025 la situazione sia totalmente ristabilita».

Promosso a pieni voti l’intervento della Regione?

«Qui la Regione si è mossa bene, in maniera veloce. Da Roma, invece, non è arrivato ancora niente. È chiaro che i problemi ci sono, è inutile nasconderli. Ad esempio, l’amianto, l’eternit, non è che si può prendere e buttare così. Bisogna fare un tipo di raccolta particolare, impostare tutto in un certo modo. In molte abitazioni hanno tolto i coppi e sotto c’era l’eternit».

L’arcivescovo mons. Riccardo Lamba in sopralluogo al duomo di Mortegliano (giugno 2024)

L’evento e la ricostruzione

Le grandinate tra il 24 ed il 25 luglio di un anno fa, innescate dalla rapida successione di tre intensi sistemi temporaleschi, hanno interessato particolarmente le zone della media pianura friulana: il primo temporale è quello che ha causato la maggior parte dei danni tra Mortegliano e Palmanova; il secondo ha generato un chicco record osservato a Tiezzo di Azzano Decimo (Pn) la sera del 24. Meno intense sono state le grandinate della mattina del 25.

L’analisi quantitativa dei danni si focalizza, in particolare, sull’agricoltura: in regione sono stati registrati danni, per le colture maggiormente coltivate, in 116 comuni su 191 con un danno medio regionale superiore al 12% della produzione. «Dall’avvio dell’attività della rete rilevazione grandine operante in Friuli-Venezia Giulia dal 1988, questo episodio può essere sicuramente annoverato come il più esteso e intenso», afferma l’Arpa.

L’origine di quell’emergenza? La persistenza anticiclonica ha portato sulla regione aria calda in quota combinata con afflusso di notevole umidità nei bassi strati. Tra le ore 20:30 e le 21:30 circa una supercella temporalesca ha attraversato la regione da ovest ad est, entrando dalla pianura pordenonese fino a raggiungere Palmanova dove si è divisa in due: una cella si è diretta fino alle Valli del Natisone, la seconda ha proseguito verso l’Isontino. 32 mm di pioggia in un’ora. Ci sono stati chicchi di grandine del diametro superiore ai 5 cm e localmente anche oltre i 10 cm (fino a 19 cm ad Azzano X).

Sul fronte degli immobili pubblici,  tutti i 17 edifici scolastici danneggiati sono stati resi agibili entro la data della ripresa delle attività scolastiche. Così pure otto palestre e tre immobili sanitari: i poliambulatori di Bicinicco, Lestizza e Mortegliano. La Protezione civile ha operato complessivamente con più di 3.700 volontari e 1.627 mezzi, per un totale di 60mila “giornate uomo”. Sono stati acquistati 240mila metri quadrati di teli e oltre 40mila sacchetti di sabbia per zavorrare i teli. Da non dimenticare che tutto il 2023 è stato costellato di tempeste.

Servizi di Francesco Dal Mas

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