“O ce biél inscindalâsci/di chest mont cencia sunsûr/e savéi che domo l’aria/si è ’ndacuarta ch’a si mûr” (Che bello andarsene da questo mondo senza rumore e sapere che soltanto l’aria si è accorta che si muore). Con questi versi del poeta Adalgiso Fior, nel cimitero di Verzegnis, la comunità della località carnica ha salutato il ritorno a casa delle ceneri di Paola Fior, figlia dello stesso Gjso, anche lei conosciuta come autrice di splendidi versi in lingua friulana, deceduta l’11 agosto 2024, all’età di 70 anni, in Piemonte, dove viveva, in ultimo a Rivarolo Canavese, dai primi anni ‘80 del secolo scorso. A riportare le ceneri di Paola in Carnia è stato il cugino Daniele Freschi, originario di Udine, ma residente a Torino con la moglie Luciana. E ad accogliere i poveri resti c’era una piccola folla di paesani, amici e conoscenti, che, nel porgere l’ultimo saluto, hanno inteso ribadire quanto la comunità di Verzegnis aveva già scritto nell’avviso funebre affisso per le vie del paese, esprimendo “la propria riconoscenza per aver perpetuato i valori della lingua e della cultura friulana, tanto cari a Gjso, suo amato papà e nostro illustre cittadino”. Il rito della tumulazione delle ceneri è stato presieduto dal salesiano don Gaetano Finetto; tra i presenti anche il sindaco, Andrea Paschini.
La memoria del poeta, definito da Andreina Ciceri come «la voce più rappresentativa ed emblematica della Carnia, l’ultimo poeta autenticamente popolare», e della sua famiglia è tenuta viva a Verzegnis dal Premio di poesia Gjso Fior, in lingua friulana e, a cadenza biennale, dalla Biblioteca comunale che porta il suo nome, ma anche dalle sale espositive ricavate nella splendida, storica Casa Fior, tipico esempio di architettura tradizionale carnica, donata da Paola al Comune di Verzegnis. Ora Paola riposa nella tomba del padre, accanto a quella della madre Carmela Sgòbaro, detta Lina.
Flavio Zeni
