Al via la demolizione del muro che consentirà di riaprire la zona verde di Udine a beneficio di tutta la cittadinanza su un’area, cosiddetta “il triangolo”, di circa 3 mila metri quadri. Sarà anche recuperato un edificio per i nuovi uffici della Quiete che si affacceranno proprio sul nuovo giardino pubblico in un’ideale osmosi tra struttura sanitaria e città, tra anziani e nuove generazioni.
Martedì 7 maggio alle 9 inizia la demolizione del muro che per decenni ha separato via Pracchiuso e il suo borgo dalla zona militare della caserma Reginato. Saranno presenti il sindaco Pietro Fontanini, gli assessori Giovanni Barillari e Alessandro Ciani, il presidente del consiglio comunale Enrico Berti, il direttore dell’agenzia del demanio Fabio Pisa, il direttore del Cedoc (centro documentale) maresciallo Felice Pierini, il direttore del distretto sanitario Luigi Canciani. L’assessore regionale Graziano Pizzimenti che ha sostenuto il progetto, non potrà essere presente per un urgente impegno istituzionale a Roma.
L’abbattimento del lungo muro che corre sul lato destro della via consentirà di riaprire la zona verde a beneficio di tutta la cittadinanza su un’area, cosiddetta “il triangolo”, di circa 3 mila metri quadri.
Si tratta di una riqualificazione senza precedenti per il quartiere. Grande soddisfazione da parte del Comitato di cittadini che ha sempre sostenuto l’operazione che ha visto il passaggio in tempi record e a costo zero dell’ex area militare alla Regione Fvg e quindi alla Asp La Quiete.
Il progetto, infatti, coordinato dall’architetto Alessandro Verona, parte da un’idea di riqualificazione urbana per creare una zona di incontro e condivisione tra generazioni: l’area verde sarà dotata di una lunga panca per sedersi, facilmente accessibile anche a persone con ridotte capacità motorie, come gli ospiti della Asp di via S. Agostino. L’investimento è di 1,4 milioni di euro in totale, metà a carico de La Quiete, l’altra metà finanziati dalla Regione.
Ulteriori 2 milioni di euro finanziati dalla Regione saranno utilizzati (con successivo appalto) per realizzare i nuovi uffici de La Quiete attraverso il recupero dell’edificio esistente (l’unico vincolato dalla sovrintendenza Beni Culturali) che si affaccerà proprio sul nuovo giardino pubblico in un’ideale osmosi tra struttura sanitaria e città, tra anziani e nuove generazioni.