Il progetto Attivamente ha coinvolto quattro comuni del Canal del Ferro e Valcanale, nell’Alto Friuli.
Sperimentare azioni per tenere attiva la mente degli anziani che vivono soli nelle valli alpine friulane, ed evitare o perlomeno rallentarne il decadimento cognitivo e fisico che ne pregiudica la salute. Questo lo scopo principale del progetto AttivaMente, promosso dall’impresa sociale Melius e dalla startupOptimens, che si conclude il 15 aprile in 4 comuni del Canal del Ferro e Valcanale, nell’Alto Friuli.
La sperimentazione ha coinvolto 13 utenti anziani e tre operatori e si è basata su due macro aree di intervento: la prima di animazione, basata sui principi dell’innovazione sociale e per due mesi ha permesso agli operatori di dialogare con le persone anziane; la seconda attraverso realizzazione concreta di percorsi di allenamento cognitivo, sulla base di un modello teorico messo a punto da Optimens, con l’assistenza degli operatori che, ponendosi in relazione con gli anziani e condividendo appuntamenti telefonici settimanali, sono intervenuti attraverso la somministrazione di esercizi.
In particolare, gli esercizi proposti nel corso delle diverse sessioni, avvalendosi di una piattaforma ad hoc predisposta dalla startup triestina, hanno permesso di stimolare varie funzioni cognitive, tra cui attenzione e memoria e la vivacità degli utenti.
Fisiologicamente, infatti, alcune facoltà come la memoria, la capacità di attenzione, quella di pianificazione e quella di linguaggio, possono subire una perdita progressiva con l’avanzare dell’età. Tuttavia, il declino delle funzioni cognitive legate all’invecchiamento si può contrastare grazie a specifici allenamenti: questa opportunità è legata alla cosiddetta neuroplasticità, l’incredibile capacità del cervello di plasmare aree specifiche e funzioni ad esse correlate allenandole, proprio come viene fatto per muscoli e articolazioni con l’attività fisica.
Il progetto, che prende il nome di “AttivaMente: Stimolazione cognitiva a domicilio contro il decadimento cognitivo negli anziani che vivono in località marginali delle Valli alpine friulane” è stato proposto da Melius Srl – Impresa Sociale situata a Tolmezzo (UD) che svolge attività di ricerca, progettazione di iniziative di innovazione sociale, sviluppo locale e animazione territoriale, in collaborazione con Optimenssrl, start-up innovativa e società benefit, con sede a Trieste impegnata nello sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi innovativi nel campo delle neuroscienze cognitive.
Finanziato dalla Fondazione Friuli, il progetto è stato accolto e supportato dal Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Gemonese e del Canal del Ferro-Valcanale e vede come partner i comuni di: Pontebba, Resia, Resiutta e Moggio Udinese.
Il pubblico a cui si è rivolto il progetto è composto da persone più esposte ai rischi di declino, in primo luogo quelle isolate socialmente a causa di barriere di tipo comportamentale o fisico e quelle poco proattive nella vita della comunità, magari condizionate dalle distanze o da abitudini che ostacolano o impediscono il porsi in relazione con gli operatori sociali e con le associazioni del luogo.
L’allenamento cognitivo, tuttavia, da solo non è sufficiente per promuovere un invecchiamento ottimale. Esso dovrebbe infatti essere affiancato da altri tre pilastri che costituiscono, insieme all’esercizio cognitivo, la base per un cervello giovane e attivo: un’alimentazione attenta e bilanciata sui fabbisogni tipici della terza età, un’attività fisica moderata e – soprattutto – il mantenimento di buoni livelli di socialità.
Con Calliope, la piattaforma usata dagli operatori per erogare gli esercizi, si lavora sui pilastri dell’allenamento cognitivo e della socialità, controllando al contempo l’alimentazione e il movimento. Ciò consente di ottenere un monitoraggio dell’umore e della salute, unito a un parallelo contrasto alla solitudine. La piattaforma è dunque uno strumento che permette di intrattenere le persone in un modo diverso, utilizzando un oggetto che per gli utenti è di uso comune, il telefono, ma al contempo erogando un servizio che va al di là della semplice telefonata.
Racconta Francesca, una delle operatrici coinvolte nel progetto, come “nel corso delle sessioni ci siamo accorti che si stanno creando dei veri e propri legami fatti di interesse reciproco che ci spinge ad assicurarci che ad ogni incontro telefonico la persona si senta bene, sia nella salute che nello spirito”; Proprio queste considerazioni esprimono il senso profondo del progetto e del valore che un chiaro ed efficace processo di innovazione sociale è in grado di determinare.
I promotori organizzeranno un evento di restituzione degli esiti e di valutazione delle attività con il concorso dei soggetti intervenuti nell’ideazione, attuazione e gestione del progetto e dei veri protagonisti quali le persone anziane che hanno con passione accettato l’esperienza.